lunedì 4 marzo 2013

Castello di Maccastorna


Indirizzo: Via Roma, 2 (Nel centro abitato, in posizione dominante) -Maccastorna (LO)
Tipologia generale: architettura fortificata
Tipologia specifica: castello
Maccastorna: DOV'È
Prendere la via Emilia in direzione Piacenza fino ad incrociare la S 234, in direzione Codogno. Giunti a Codogno proseguire, sempre sulla S 234 per Cremona. Superare Maleo e proseguire fino all'incrocio con la SP 47, in direzione Maccastorna.

Configurazione strutturale:
Impianto a pianta trapezoidale tendente al rettangolo.


Il lato meridionale e il lato nord presentano un tracciato concavo e al centro un torrione merlato. Il lato orientale presenta invece una torre d'ingresso quadrangolare preceduta da un rivellino merlato ed è affiancata da un corpo di maggiore spessore a destra. Il lato nord è inserito fra due torri merlate (angoli nord-est e nord-ovest).

Caratteristico di tutta l'architettura è l'apparato quasi continuo retto da beccatelli a mattoni digradanti e la cinta merlata che un tempo cingeva tutta la rocca ora limitata agli angoli sud-est e sud-ovest.
 Una lunga balconata sorretta da mensoloni in pietra o legno si estende lungo i lati nord, sud e parte dell'est, sormontata da un tetto a falda unica a sua volta sorretto da piccoli pilastri in legno. Sei balconi rientranti e allineati con la muratura interna contraddistinguono il piano superiore del lato ovest, in corrispondenza delle stanze da letto degli ospiti.


Epoca di costruzione: sec. XIII - ante 1270, è dunque l'edificio di maggior interesse. Esso conserva ancora il severo carattere difensivo, nonostante interventi avvenuti nei due secoli successivi.
Sorta intorno a un antico castello, in cui i ghibellini si asserragliarono, fu dapprima possedimento dei Vicemala, poi dei Bevilacqua, che mantennero il maniero fino all'inizio del XIX secolo.
In età napoleonica (1809-16) Maccastorna fu frazione di Castelnuovo Bocca d'Adda, recuperando l'autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto.


Uso attuale: ala sud, p. t.: garage/ magazzino; intero bene: abitazione; intero bene: azienda agricola

Uso storico: ala est e sud, p.1: scuola elementare; ala nord: abitazione; intero bene: difensivo; intero bene: attività agricola.

Condizione giuridica: proprietà privata

Interno lato est
Il cortile ha forma di trapezio che si avvicina ad un quadrato, la base maggiore è sui cinquanta metri, gli altri lati sui quarantacinque. Di vetusto sono rimaste le due balconate del 1400. Cinque delle otto torri che esistevano sono state "abbassate" a livello delle murature perimetrali. Da un secolo sono spariti il ponte levatoio e l'acqua del fossato; tutto intorno c'è ora un parco con bosco padano. Sulle mura, dall'esterno, si notano i mattoni di colore diverso, più sfumati, per un tratto fatto costruire per rendere più alta la cinta.


Dal basso all'alto della costruzione, troviamo: piano terreno, ammezzato, primo piano, ammezzato, sottotetto.

Ogni castello che si rispetti deve avere la sua storia di fantasmi e la Rocca non rinuncia al privilegio.

Il 26 luglio di ogni anno ricorre l'anniversario dell'assassinio di Carlo Cavalcabò e dei suoi compagni, per ordine di Cabrino Fondulo.
Ponendosi davanti all'edificio sulla sinistra dell'entrata, nei giorni di luglio prima e dopo la data indicata, si odono gemiti, lamenti. Sono le anime dei morti che cercano pace.



C'è poi"il pozzo delle spade" proprio nel luogo da dove provengono le "voci". Nel pozzo venivano gettati i cadaveri degli assassinati e le spade che spuntavano dalle pareti tagliuzzavano le povere carni. Sono stati notati degli spuntoni, resti delle lame, la profondità deve essere notevole, non si è riusciti a misurarla. Una botola metallica sigillata copre l'apertura, ad evitare qualche pericolosa curiosità. Vicino una botola rettangolare dà accesso ad un cunicolo, lungo qualche centinaio di metri, che porta alla chiesa del paese. 
Le prigioni sono nella parte frontale del castello. Al primo piano ne esiste una riservata ai prigionieri importanti. L'ambiente è accogliente, è alto il soffitto a botte con una apertura all'esterno; sulle pareti i resti di decorazioni ed affreschi. Sotto, il carcere vero e proprio,, lugubre, con poca luce, il soffitto a non più di due metri dal piano, i muri spogli.



La chiesa di San Giorgio
La chiesa parrocchiale è dedicata a San Giorgio, costruita nel 1400, non si può tuttavia escludere che in epoca più antica sorgesse qui un edificio religioso.
La chiesa attuale è tuttavia frutto di una trasformazione alquanto radicale attuata nel 1912: al primitivo tempio, ormai insufficiente a contenere la popolazione, fu aggiunta una campata, terminante con una nuova facciata neogotica.
In occasione dei lavori di restauro del presbiterio effettuati nel 1981 fu rinvenuta un’iscrizione funeraria attestante la sepoltura nella chiesa del conte Riccardo Bevilacqua, morto nel 1488.
Nel 2002 venne restaurata la facciata, insieme all'altare e alla pavimentazione della cappella San Giuseppe interna alla chiesa.


Il gelso secolare






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Fonte:
http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LO620-00041
http://it.wikipedia.org/wiki/Maccastorna
http://www.lodionline.it/mete/schede/maccastorna.asp