domenica 26 ottobre 2014

Chiesina di San Michele

A Villa Pompeiana di Zelo Buon Persico

La Storia
Anno 1100 - in una bolla di papa Alessandro II confermante i diritti dei monasteri delle Vergini di Pavia, tra i diversi possedimenti viene citato "in laudensi Episcopatum Villam Pulpignanam cum Capella Sancti Michaelis", dove "Villam Pulpignanam" è la trascrizione latina del nome in volgare di Villa Pompeiana.


L'origine del nome è legata alla presenza di una villa (e di un porto fluviale) di proprietà del patrizio romano Cneo Pompeo Strabone, padre di Pompeo Magno, benefattore di Laus Pompeia, 120 a.C.

Quì si può ancora ammirare i ruderi dell'antica chiesa di S. Maria di Montebello o di Pizighetono, le vecchie case dei contadini, e andando verso Mignete scorgiamo in alto a destra la chiesina di San Michele, che ormai in rovina è stata restaurata da un privato, poi venduta alla Provincia di Lodi e viene usata per riunioni o incontri di vario genere.


 Vicino alla chiesetta, in una depressione del terreno, passa la Muzzetta, che va a gettare le sue ultime acque dentro l'Adda.


 È certo che Villa Pompeiana era parrocchia prima di Mignete e passò sotto la medesima nel 1577, a seguito di un'alluvione del fiume Adda che travolse case e chiesa, con relativi documenti e registri dell'archivio parrocchiale.


Non si hanno notizie né documenti nell'archivio di Mignete riguardanti Villa Pompeiana.
I fedeli di Villa, rimasti privi della chiesa a seguito dell'alluvione, costruirono in luogo elevato un oratorio dedicato a San Michele Arcangelo.


 In occasione di un'ultima pestinenza l'oratorio fu adibito a lazzaretto per ricovero degli appestati.


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Fonte:
http://www.comune.zelo.lo.it/index.php/vivi-zelo/le-frazioni/52-villa-pompeiana
Foto: Angelo Galani

domenica 1 giugno 2014

Santuario di S. Maria della Fontana - complesso


Indirizzo: Strada Provinciale Lodi-Crema (Fuori dal centro abitato, distinguibile dal contesto) - Fontana, Lodi (LO)


Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Epoca di costruzione: sec. XVI - sec. XVII
Uso attuale: intero bene: oratorio
Uso storico: intero bene: oratorio
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Accanto alla piccola Chiesa parrocchiale di S. Maria della Fontana, sita nell'omonima frazione di Lodi e il cui restauro si è concluso recentemente (anno 2014), non si può rimanere indifferenti di fronte all'immagine suggestiva del piccolo Santuario immerso nel verde, la cui fonte di acqua potabile scorre ai piedi del portico vivacemente affrescato.


Ricostruire la storia risulta impresa ardua vista la scarsità delle fonti, se non fosse per l'opera dello storico lodigiano Giovanni Agnelli del 1917 e del breve opuscoletto risalente al 1929.



Di origini più remote rispetto alla Chiesa, in principio solo l'immagine di una Madonna con un Bambino in grembo, dipinta su un muro, testimoniava la presenza di una miracolosa fonte di acqua potabile, mentre nel XVI secolo, grazie alla devozione popolare, venne eretta una cappelletta che rappresenta ancor oggi una significativa testimonianza di devozione mariana.




L'edificio è di dimensioni assai contenute ed è formato da un'unica piccola navata a pianta rettangolare il cui altare è sormontato da una volta a botte in cui si trovano tre affreschi narranti le storie della Vergine Maria, mentre sul fondo possiamo ammirare il piccolo riquadro raffigurante la Vergine col Bambino.

Uno strano particolare alimenta la misteriosa storia di questa cappelletta ed è rappresentato dalla presenza dell'impronta di una mano collocata sul semipilastro di destra, testimonierebbe un fatto miracoloso accaduto nel corso del XV secolo.
( stranamente la mia mano corrisponde esattamente all'impronta!!!)
Purtroppo non si conosce il nome del pittore nè risulta facile risalire ad una scuola, probabilmente si tratterebbe di una bottega locale e quasi sicuramente eseguiti in un secondo tempo.


Medesimo discorso per gli affreschi che decorano le due volte a crociera del portichetto esterno, sempre con storie della Vergine, dove notiamo che gli otto ovali mostrano una mano indubbiamente più abile e fluida rispetto alle rigide figure femminili che dividono in quattro spicchi le due volte.

Di fattura ancor più recente, le pitture esterne presentano uno stato di conservazione assai critico a causa della forte umidità e carenza di luce diretta del sole, sono inoltre ben visibili numerosi ritocchi di restauro eseguiti in tempi diversi, che vanno a colmare le "crettature" formatesi nel corso del tempo e un recente tentativo di "pronto soccorso" con della cementite per tamponare forti problemi di decoesione del colore.




Lasciato alle spalle il piccolo edificio, dopo aver salito i gradini, si trova la chiesa di S. Maria della Fontana.