domenica 8 febbraio 2015

Castello Procaccini di Chignolo Po (PV)


L'antico castello Cusani-Visconti, ora Procaccini, di Chignolo Po, definito "la Versailles della Lombardia", è una delle più fastose residenze castellane di campagna della regione. Edificato nel secolo XIII, e fino al '600 roccaforte inespugnabile, venne agli inizi del '700 trasformato nella nobile dimora che riecheggia i fasti delle regge europee.


L'intero complesso monumentale, che si innalza con due scenografici prospetti circondato da un ampio parco digradante su due livelli e ricco di preziose essenze, è formato da tre corpi: il castello, il Borgo o Ricetto (atto ad accogliere la popolazione di Chignolo in caso di attacco nemico) e la Tea House, un magnifico belvedere di elegante architettura che ricorda la Gloriette di Schonbrunn.



Il nucleo più antico è la torre, alta 43 metri, fatta edificare probabilmente da Liutprando, re dei Longobardi, nel 740 d.c. come vedetta tra due fiumi, il Po ed il Lambro. Chignolo, o Cuniolus ad Padum, prese nome proprio dalla sua posizione di cuneo fra i due bacini fluviali, lungo il tracciato della via Francigena. Nel X secolo la torre, con la proprietà circostante, venne donata dal re Berengario ai Benedettini, che bonificarono e coltivarono la valle sottostante a difesa del territorio, spesso minacciato da eserciti discendenti dal nord, tra cui gli Ungari.




Alla fine del secolo XIII la proprietà venne donata ai Visconti, che costruirono la fortezza. Gian Galeazzo la donò al feudatario Stefano Federici, e questa famiglia governò per quarant'anni. Estintosi il ramo maschile , una nobildonna Federici sposò un senatore del Regno di Milano , Gerolamo Cusani. I Cusani entrarono in questa dimora nel 1486 e vi rimasero per quasi cinque secoli, fino al 1936, quando l'ultimo discendente lasciò la sua eredità al Sovrano Ordine di Malta, che lo cedette all'attuale proprietario, la famiglia Procaccini, nel 1988.
Il castello subì alla fine del Seicento una grande trasformazione, che gli conferì l'impronta di reggia: un potente e ricco cardinale della famiglia Cusani, Agostino, affidò il progetto di trasformazione ed ampliamento ad uno dei più rinomati architetti del tempo, Giovanni Ruggeri, creatore delle più belle ville di delizie della Brianza, ed anche della vicina Villa Litta di Orio Litta.



Il Ruggeri prosciugò il fossato, modificò le bifore e le trifore in più ampie finestre, eliminò il ponte levatoio di legno, sostituendolo con uno in muratura e rese meno severa la facciata nord collocandovi sei statue allegoriche: da sinistra, nell'ordine, la Chiesa, la Roma classica, due Naiadi (ninfe delle acque), la Repubblica di Venezia, la Fortezza.


 Il cardinale Agostino, nunzio apostolico di Venezia, ammirava molto gli artisti di questa città: insieme a maestranze lombarde, chiamò infatti anche artisti veneti, stuccatori e decoratori di scuola tiepolesca, per la realizzazione delle pitture delle sale di rappresentanza.
L'ingresso principale è dal lato settentrionale, ed è sovrastato da dipinti cinquecenteschi raffiguranti la fauna locale: il corvo, la civetta, il serpente. Significativa è anche la parete ornata di stemmi delle famiglie proprietarie: il biscione visconteo, la croce e il cappello cardinalizio del cardinale Cusani.





Sotto la lampada è collocata una Sacra Famiglia di scuola leonardesca, in precedenza ubicata in una cappella lungo l'argine del Po e quì trasportata nel '600. Altri affreschi, prima occultati sotto uno strato di calce, sono stati di recente scoperti vicino alla porta della piccola Cappella di famiglia che si apre sotto l'androne di accesso, arricchita di preziosi marmi.






Dalla corte d'onore si ammira l'alta facciata della torre, con l'unica finestra del '400 ancora circondata dalla cornice in cotto, e ancora più in alto due finestre del '200.

 La corte era più piccola, ma il Ruggeri fece abbattere una parte del castello realizzando i portici con colonne in pietra di Baveno, trasportata per via fluviale e lavorata in loco. Nelle intenzioni dell'architetto anche il lato meridionale avrebbe dovuto essere abbattuto, per adeguare il progetto allo schema ad U tipico delle ville settecentesche della Brianza, ma il cardinale si oppose, venne così solamente aggiunto l'elegante balcone barocco con preziosa balaustra de ferro battuto.



Le sale del piano terreno e del primo piano, e così lo scalone, presentano una fastosa decorazione affrescata, con soggetti mitologici e allegorici di scuola tiepolesca. Sono attualmente visitabili il Salone delle Feste, o delle Quattro Stagioni, dalla volta a doppia altezza sorretta da una fuga di architetti intervallati da finestre affacciate sul parco e finestre cieche, arricchite da dipinti, la Sala delle Ebe, la Sala Eolo e la Sala del Trono.



Di notevole interesse sono anche i sotterranei con gli ambienti rustici: la cucina, con i suoi arredi quì raccolti, a documentare la storia della vita quotidiana al castello dall'XI al XX secolo, quando la famiglia Cusani, autosufficiente, produceva grano, vino, latte, miele e carni.




Si conservano tuttora il pozzo, la ghiacciaia, il montacarichi, realizzato alla fine dell'800, poichè la disponibilità economica della famiglia consentiva l'introduzione di novità tecnologiche aggiornate.









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Testo: Maria Emilia Moro - da documento FAI - delegazione di Lodi-Melegnano.
Giornate FAI di primavera: 22-23 marzo 2014.
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Fonte: http://www.castelloprocaccini.it/visite.aspx

VISITE GUIDATE
da Aprile ad Ottobre (escluso Agosto)
Domenica e festivi : dalle 15.00 alle 18.00 (ultima visita)
Nei giorni feriali per gruppi di minimo 12 persone (previa prenotazione)
Biglietto Intero: € 8.00 - adulti
Biglietto Ridotto: € 7.00 - gruppi e over 65 anni
Biglietto Ridotto: € 5.00 - scolaresche e bambini dai 6 ai 12 anni
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